Roma. Si spalanca il sipario sul Teatro de’ Servi, dove la scena è già una palude di ritardi, bugie dolci e promesse mai mantenute: va in scena VA TUTTO QUASI BENE, la nuova commedia scritta e diretta da Andrea Bizzarri, dal 21 ottobre al 2 novembre. Dal primo sguardo, è chiaro che non sarà una messa in scena ordinaria, ma una danza rischiosa tra l’organico della compagnia e le folgorazioni del metateatro.

Il gran caos è l’ordito di partenza: Teo, regista e coautore, con lo sguardo puntato al cronometro e alle luci, annuncia l’arrivo imminente di Goccia, impresario influente e capace di stravolgere destinazioni e scenografie con una sola occhiata. Susy e Gian, attori dal temperamento sincopato, sanno già che la loro poltrona è in pericolo: la produzione potrebbe essere ribaltata, rimescolata, riscritta in tempo reale. Eppure è proprio quel caos a dare ritmo alla prova: una coreografia di dispetti, capricci e improvvise intenzioni sceniche.
Quando Goccia varca la soglia, l’energia cambia di segno. Il pezzo prende forma: si aprono porte che non erano previste, si inseriscono personaggi che sembravano destinati a restare fuori scena. Susy, l’imprevedibile, irrompe con un abito completamente diverso da quello concordato, e il gioco di riflessi tra costume e ruolo spinge la commedia su binari grotteschi. È una spillatura di realtà che scorre tra risate e sorprese: ogni scelta sembra l’innesco di una nuova rovina o di una rinascita scenica.

La messinscena si muove come un labirinto: ogni prova è una nuova possibilità, ogni errore una porta verso una verità comica più profonda. I personaggi inseguono il “verso giusto” in un susseguirsi di cambi di percorso che sfidano la logica ma nutrono lo spettacolo di verve, inquietudine e brividi di teatro vivo. È una commedia che si rigenera ad ogni battuta, che trova nel fraintendimento la sua linfa vitale, tra battute affilate e momenti di magica improvvisazione. E nel finale, quando i riflettori diventano complice e i sipari si chiudono su un ultimo, fragoroso sorriso, resta la consapevolezza: VA TUTTO QUASI BENE è una farsa metamorfica, una macchina scenica dove la realtà si piega, si sgrana e si ri-assemblа in una versione nuova, sempre diversa, sempre sul filo dell’equilibrio tra successo e fallimento. E se il pubblico ride, applaude e riflette, è perché ha assistito a una notte in cui l’arte del teatro ha giocato con le sue stesse regole, per regalare una verità scintillante: tutto è quasi bene, ma è proprio in quel quasi che la magia accade.